lunedì 25 giugno 2007

ALEPPO


Damasco viene chiamata al-faiha “la profumosa” per gli odori che
Sprigionano le spezie nel suq, Aleppo meno poeticamente viene chiamata
Al-shahba “la grigia” per il colore della pietra locale con cui è costruita la “città vecchia”
La metropoli araba più a nord, una delle città in assoluto di più antica fondazione,
una città stupenda che ammalia il cuore del visitatore..

se a Damasco, con la sua aria di eterna capitale incurante del tempo conscia della propria imponenza storica, si respira qualcosa che ricorda Roma o Atene, il meraviglioso disordine strutturale di Aleppo fa pensare a una bellissima Napoli mediorientale.

a Bab el Faraj, centro nevralgico della parte moderna della città, il traffico delirante di tassì isterici che sfrecciano sfruttando in ogni buco che si crea nella muraglia di macchine superando pulmini stracarichi di persone, camioncini zeppi di cocomeri, carretti trasportati da paciosi asinelli impassibili, è dinamicamente uguale al traffico umano di Bab Antakia, porta della città vecchia da dove comincia il famoso suq nel quale procaci donne cristiane, beduine dal volto tatuato con vesti colorate e turiste tedesche scollate ornate di telecamere digitali sgomitano per ammirare gli stessi banchetti strabordanti di tappeti e teli ricamati. Intestini di pecora gonfiati di aria simili a cruenti palloncini bianchi incorniciano i banchi dei macellai carichi di odori nauseanti che si mischiamo con gli effluvi aggressivi delle spezie mentre sequenze della stessa faccia baffuta rassicurano il passante sulla solidità del regime. Minareti e campanili si lanciano occhiate rispettose nel cielo grigio di fumo nero mentre al centro, svettando sopra tutti, l'eterna cittadella, come una madre paziente, guarda sua figlia crescere a dismisura rimanendo sempre assolutamente bella.

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